sabato 24 maggio 2008

Ore 13, 24 maggio, Marano

La rotonda "Rosa dei Venti" di Marano è ancora piena di persone, diverse le voci su quello che sia successo, discordanti le cifre sui contusi dall'una e dall'altra parte.
Le camionette della polizia hanno leggermente arretrato.
Un albero è stato abbattuto. L'autobus che ieri sera occludeva il passaggio verso la Cupa dei Cani è stato tolto.

Sul modo con cui la televisione continua a parlare delle cose che qui accadono ci sarebbe da discutere a lungo. Studio aperto ha fatto vedere una giornalista ai bordi di una strada libera che ha chiamato "Chiaiano".

Tutti indisciminatamente sui Tg nazionali continuano a chiamare Chiaiano questa rotonda "Rosa dei Venti" dove infuria la protesta, che è Marano al confine con Mugnano. Tant'è che il sindaco di Chiaiano qui non si è visto e sono stati intervistati i sindaci di Marano e Mugnano.

M.Sans.

Ore 11.00, 24 maggio 2008

L'elicottero sulla nostra testa. La tensione contro la discarica di Chiaiano, nei paesi circostanti: Marano, Mugnano, continua.

Faccia a faccia con i militari del presidio di Marano

Sono appena tornata dal presidio di Marano. Fa freddo, quel freddo che in questo insolito maggio ha permesso di scongiurare le epidemie con i cumuli di spazzatura per le strade.
Il blocco è imponente a dimostrare che lo "Stato c'è". Una ventina di poliziotti nella strada che porta alla "Rosa dei Venti" di Marano, quattro camionette di traverso occludono il passaggio. Chi è in là è in "piazza" chi è al di qua non può arrivarci e viceversa.

Il tono di questi poliziotti è giustamente autoritario, sbarrano la strada. Il loro equipaggiamento non l'ho mai visto da vicino, fa molto assetto da stadio. Davanti a me ce ne sono per la precisione due, uno navigato ma la fisionomia del buon padre di famiglia, l'altro è un ragazzo più giovane con la faccia pulita. E' soprattutto in lui che si vede il disagio dall'inizio.

A mano a mano un piccolo gruppo affolla quell'entrata che presidiano e inizia il chiacchiereccio. Passano i minuti, le ore, il piccolo gruppo si assottiglia, gli argomenti sono la politica, lo Stato, la raccolta differenziata che non parte, ognuno dice la sua e a volte gli animi si scaldano in questa serata così fredda. Sandro Ruotolo va via con il suo staff, sono le 23.30.

Rimaniamo solo noi, mio padre, mia madre e i due poliziotti. Il poliziotto giovane racconta della Cecenia, quello maturo del suo stipendio da fame. Non vorrebbero stare da quella parte della barricata ma non è pensabile neanche una totale anarchia o il blocco delle strade così come va avanti da settimane. E' inevitabile pensare anche a quanto sia duro per loro tutto questo.

Oltre il cordone si alternano al microfono diverse persone su questo "Titanic" diventato un palco.
La notte scende, il freddo pure. L'unica concretezza è che la situazione è molto grave, per tutti.

M.Sans.