lunedì 21 luglio 2008

Il bilancio di un anno da Dottoressa

Ormai sono passati più di 365 giorni da quando mi sono laureata, con lode e in Sociologia.
Era una giornata perfetta. Il 16 Luglio di un anno fa in un tailleur di lino sono andata a discutere nella facoltà di Sociologia della Federico II la mia tesi di laurea dal titolo: Il potere dei referendum, fra democrazia diretta e rappresentativa: il caso del referendum sulla fecondazione umana assistita.

Con me c'era la mia famiglia e i miei amici, mi hanno sostenuto nei momenti di tensione e hanno gioito con me quando tutto è andato ancora meglio delle più rosee aspettative. E' stato come se tutto andasse semplicemente a incastro con naturalezza. Non sentivo caldo, non avevo timore, il tempo è passato in un lampo. Poi papà mi ha allungato la bottiglietta di acqua, un attimo dopo era il mio turno. Il dibattito è stato vivace e stimolante, la commissione era coinvolta dal mix di argomenti bioetici e politologici.
Il ritiro della commissione è durato 5 minuti, la proclamazione è arrivata solenne e liberatoria.
L'emozione era tale che non so come mi sono ritrovata in cortile con le persone che amo e il tappo dello spumante aperto da papà è volato altissimo. L'ho preso come un buon augurio per il futuro. Mamma aveva comprato i miei dolci preferiti e Antonio i miei fiori preferiti, sono state scattate decine di foto e fatti migliaia di sorrisi.
Mio fratello aveva una camicia azzurra, insieme siamo andati a salutare la mia relatrice (la correlatrice mi aveva a lungo abbracciata dopo la proclamazione) che era sparita nella stanza davanti alla quale ho atteso lunghe ore per il ricevimento settimanale durante la stesura della tesi. Ho bussato timidamente come tutte le volte e sono stata travolta da una professoressa diversa dal solito, sorridente e affettuosa che soddisfatta mi ha augurato: "In bocca al lupo". La nonna ci aspettava a pranzo per accogliere la prima nipote laureata e vantarsene con le amiche.
Il caldo, l'emozione, la tensione che si scioglieva. Non è stato un solito tornare a casa, è stato più come volare.

La festa c'è stata quando iniziavo a rendermi conto che ce l'avevo fatta. Anche lì, tutto perfetto. Anche il vento era perfetto, l'aria perfetta, l'acqua del mare, il tramonto sulla spiaggia e il gazebo costruito da papà. Tutto perfetto.

Laurearmi mi aveva messo addosso tanta voglia di fare, mettere in pratica quello che avevo imparato. Ho amato i miei 36 esami, mi è piaciuto quello che ho appreso e il percorso che ho fatto. Però questo cammino non mi ha lasciato molta scia sulla quale continuare.
Mi è stata data una Laurea Specialistica in cui non credo, "se proprio vuoi continuare", concorsi a cui con la Laurea Triennale non posso accedere. Ci sono Master che costano cifre a quattro zeri e tante fregature in cui cercare di non cadere.
Così rimboccandomi le maniche ho fatto decine di cose in quest'anno. In questi 365 giorni post-laurea ho fatto più cose che negli ultimi 5 anni.
Ho mandato migliaia di mail e decina di Cv, fatto colloqui e ricevuto complimenti, ma senza ricevere il posto perchè era destinato a laureati con vecchio Ordinamento. Ho scovato Corsi d'inglese e Borse di studio. Mi sono arrabbiata per il dramma della mia Terra e ho cercato di capire e spiegare. Ho fatto il factotum in radio, scritto un centinaio di articoli su 3-4 testate diverse. Ho fatto il doposcuola a dieci ragazzi fra i 13 e i 18 anni cercando di farli appassionare almeno ad una materia e provando a fargli spegnere la tivvù a favore di un libro. Ho fatto interviste e conosciuto persone nuove e diverse: Raffaele Del Giudice, Valeria Parrella, Antonio Marfella, Alessandro Gassman, Simona Bassano di Tufillo, ragazzi al Comicon e bambini a Città della Scienza.
Ho fatto viaggi, di piacere e "per dovere". Il Salento, Capo Vaticano, Praga, Firenze, Perugia, Sorrento. Ho visto opere d'arte meravigliose e bambini educatissimi. Ho visto la mia metà laurearsi, ricevere una Menzione speciale e diventare Direttore di un giornale: nano. Abbiamo intrapreso questa nuova e meravigliosa avventura, giunta oggi al terzo mese di pubblicazione. Ho provato l'emozione di imparare a cantare e quella di stare su un palco in piazza a presentare. Mi sono sentita dire da un consulente del Ministero del lavoro che faccio troppe cose e un anno dopo tutto sommato il bilancio è comunque positivo. D'altronde come dice la nonna: "Chi fraveca e sfraveca nun perde maje tiemp".