sabato 26 dicembre 2009

Mongolfiere per volare alto, luci e suoni nel salotto buono della città.

Amo le installazioni di arte contemporanea a Piazza del Plebiscito, questo rito che si svolge da 15 anni. In una città dove ogni pietra ha una storia, nella piazza più imponente e affascinante trova spazio l'arte contemporanea di artisti stranieri che propongono una prospettiva di Napoli e delle sue mille sfaccettature.
L'anno scorso è stato il turno del belga Fabre, ne parlavo qui in un post con tanto di foto e belle speranze per quest'anno che si sta chiudendo (per quanto mi riguarda molto bene).
Per questo 2009 in piazza c'è il tedesco Carsten Nicolai, in arte Alva Noto. L'opera s’intitola «Pioner II», mongolfiere illuminate ad elio sorvolano Piazza del Plebiscito. Questa la Gallery sul Corriere del Mezzogiorno.
Si tratta di palloni aerostatici collegati al suolo da cavi metallici, mentre suoni di sottofondo rimandano alle onde telluriche del Vesuvio. L’opera è stata progettata da Alva Noto per la mostra «Barock», al Museo Madre, è ispirata al rapporto antagonista che la città vive con il proprio sottosuolo.
Sarà in Piazza del Plebiscito fino al 10 gennaio, ma mentre scrivo, degli amici mi dicono che l'installazione è momentaneamente sospesa per il vento. Spero di vedere queste mongolfiere luminose al più presto.

lunedì 7 dicembre 2009

Prendi su un pò la chitarra Niccolò

Sembra che abbia detto così a un gruppo di amici Niccolò, sembra di essere "fra di noi", quando i grupponi si sfasciano e ne rimane solo uno zoccolo duro e si è ancora più uniti. Un divano, un paio di birre e un amico che strimpella. Poi giù tutti in coro a pensare "questa la so". Eppure siamo in un un capannone, un locale particolare a Milano, "La salumeria della musica". Prosciutti appesi e qualche tavolino. Tanta gente. Davvero carino. Siamo arrivati qui tu ed io in tram, ho detto "vorrei una piadina" e la piadineria si è materializzata a pochi metri. Avevi pensato anche a questo? potrei scommettere che anche questo è opera tua. Hai pensato a tutto tu. I biglietti di questo concerto mi son caduti sulle scarpe mentre aprivo un pacchetto. Non avevo capito lì per lì. Ho dovuto leggere con cura il font piccolo sul cartoncino giallo e alzando lo sguardo ho visto te incerto e dubbioso, pensavi: "le piacerà?avrò fatto la cosa giusta?". Certo che sì. Ed eccoci qui, reggiamo i cappotti sulle braccia e ascoltiamo le canzoni di un cd da comprare. Frasi da dedicarci ed emozioni da non dimenticare. Un cd che lontano da te sto consumando, ruota vorticosamente nel mio pc, nella radio che mi hai regalato, e sento un pò di quel caldo della Salumeria, tu che mi abbracci. "Se potessimo spingerci insieme oltre i confini del tempo, se potessimo andare lontano senza avere paura, come certe idee, come le maree, come le promesse...che ti faccio io. La mia promessa".

Forse erano rondini

Non so cosa fossero. All'inizio ho guardato i cielo e mi sono sorpresa di vedere questo stormo volteggiare su piazza Garibaldi. Mi aspettavo sparisse dopo poco, giusto il tempo di danzare sotto lo sguardo di chi salutava una valigia piena e un affetto prendere il bus verso un'altra regione. Invece a quello stormo se ne è aggiunto un altro e un altro ancora. Il cielo si è fatto screziato di rosa, il sole calava, e questi uccelli danzavano. Prendevano forme tonde, forme appuntite. Scrivevano appunti nell'aria. Tantissimi eppure un solo movimento. Un saluto. Sono andati via e dopo poco l'autobus è partito. Ciao. Ciao. E buona fortuna.

mercoledì 2 dicembre 2009

Pulcinella di plastica

Un pezzo di Napoli sopravvive anche in chi ne rinnega le qualità, perchè si è trasferito altrove da tempo. Non respira più l'odore della storia passata fra il Vesuvio e il Golfo ma la nebbiolina e la compostezza sotto un cielo sempre velato. Eppure, anche nelle case più piccole trova spazio un pulcinella di plastica, una moka vecchio stile, una veduta stereotipata con il mare.
Credo sia una sorta di herpes che emerge anche a distanza di anni e chilometri in chi è stato contagiato e ha qualcosa di Napoli che gli scorre fra le vene. E' un qualcosa che torna di tanto in tanto e non è mai sopito. E che permette quella una stupefacente sensazione. Anche quando senti parlare di criminalità, ascolti chiacchiere sulla monnezza o farneticazioni su leggi aggirate impunemente, nella mente si staglia il profilo del Maschio Angioino visto dal San carlo in un giorno di sole, e allora nonostante tutto, ce vulisse turnà.