mercoledì 15 febbraio 2012

Un anno a Milano

Un anno fa sono arrivata a Milano. Non sapevo neanche quanto sarei restata, non sapevo cosa avrei fatto e avevo un unico appuntamento: un colloquio. Nella valigia avevo dei maglioni fra i più pesanti del mio cassetto e poco altro. Viaggio sempre con una valigia piccola, a prescindere da dove devo andare e quanto devo starci.

A Milano pioveva. Pioveva, pioveva, pioveva.
Sembrava non dovesse smettere mai e il cielo era coperto da una patina grigia, come un gratta e vinci, bastava passare la monetina e potevi conquistare il mondo.

Al mio colloquio sono arrivata in taxi di filato. C'era stato un incidente sull'unico tram che mi avrebbe portato a destinazione. La sede era in periferia, dove le case si fanno più rade e iniziano i capannoni. La prima impressione: tanto da dimostrare e il difficile era trovare il modo per farlo. Viaggiavo con la cartina della metro in tasca e pensavo in funzione di verde, rossa, gialla. Avevo un biglietto giornaliero ma nessuna voglia di andarmene in giro.

E' vero, Milano offre a tutti una possibilità, ma non ti regala niente. Il caffè alle macchinette te lo devi conquistare, un sorriso se ti va bene, una guardata storta quasi sempre e senza motivo.
Ma è il bello della conquista penso ora che qualche passo in avanti l'ho fatto.

Hai visto mai
che un piede poi basti
a cambiare la vita
se solo toccherà la luna
dice mia madre
ed è una bambina
di quattordici anni
negli occhi ha ancora quella luna

Ma non è la stessa
stanotte è proprio diversa
sì, uguale nel colore
ed ha lo stesso identico pallore
ma no, non è la stessa
vi giuro non è più quella
di una volta e non conserva
nemmeno più l'odore di
irraggiungibile
come tutti i nostri sogni
irraggiungibile
come la mela che non mangi

Irraggiungibile
lo era prima di quel passo
che dicevano avrebbe mosso
il mondo verso un altro mondo
e invece figlio mio
non è cambiato proprio niente
anzi ci han rubato il sogno
da una luna oggi diffidente
che è ancora troppo falsa
e per nulla
irraggiungibile

E adesso figlio mio
che non è cambiato niente
adesso figlio mio
che anche la luna oggi è diffidente
e ci guarda con sospetto
e resta
irraggiungibile

2 commenti:

Sonia Scarpa ha detto...

Bello il tuo scritto e la tua riflessione. Le cose che meritiamo arrivano dopo avere conquistate con fatica, ci costano sacrificio ma che gusto hanno quando possiamo finalmente raccontarle, così come fai tu, con i colori della metro e della vita stessa!In bocca al lupo Marianna!
P.S. Ma come si fa a non offrirtelo quel caffè alle macchinette!!!:)

Unknown ha detto...

Sonia cara, ma quand'è che riusciremo a prendercelo noi un caffè? spero anche in occasione della presentazione del tuo prossimo libro. A presto e grazie