Sera o notte di chissà quale
giorno, il freddo dell’aereo e i troppi ebrei ortodossi con le loro pettinature
particolari mi hanno ipnotizzato e non so più che giorno è quando arriviamo al
JFK. Però il poliziotto di colore è all’inizio del suo turno, fresco come una
rosa e con il più classico abbinamento panza e caffè lungo americano. Chiede
cosa ci facciamo in America e quanto restiamo. Vacation è la risposta, questa la so.
In un suv verso Manhattan, la strada è tutto un insieme
stromboscopico di luci che si muovono insieme al mio mal di testa. E New York riesce ad essere affascinante
anche così. Eccola, cazzo. Il Gracie Inn
è un B&B semplice, il grande orologio in camera segna le 22.00, in realtà
sono le 5.00 del mattino per me. Crollo, riapro gli occhi che sono le 7.00, in the morning. Sempre per il grande
orologio nella piccola stanza e non per me. Penso che è come quando il sabato
degli anni universitari andavo a ballare, tornavo alle 6.00 del mattino e mi
alzavo alle 13.00 per il pranzo. E ad accogliermi c’era la frase: “faje mezzanotte,
mezzogiorno”. Il secondo pensiero è quello di mettermi qualcosa addosso e
percorrere le strade di NY, scoprirla, conoscerla. Sono elettrizzata.
Piccole aiuole
curatissime presentano palazzi signorili e altissimi con uno o più portieri in
divisa e sorriso d’ordinanza. Le persone camminano spedite e sicure, senza
nevrosi. È una bella giornata di sole ma soffia il vento e porta con sé un bel
profumo di fiori. Fiori che non conosco, sono rosa come quelli di pesco. Sono
pieni, folti e profumati. È l’ora di
fare una Metrocard, la strisceremo per poter prendere l’autobus o la metro e
andare da Uppertown a Downtown, da est a ovest di Manhattan. Quella che sulla cartina
sembra un’appendice ritagliata da quadratini perfettamente allineati - le street e le avenue, in realtà è una superficie molto ampia.
In tanti fanno jogging ai
bordi del fiume Hudson e la primavera
con tutti questi colori mi fa venire in mente che è il momento di prendere la
mia reflex. Per l’occasione ho comprato una memoria aggiuntiva di 32Mb (!) e ho
ripulito la vecchia da 16. Tanto spazio a disposizione e batteria full. Tolgo
il tappo, accendo i motori e provo un primo scatto. Niente. La macchina non
risponde. Riprovo, riprovo ancora. Faccio un tentativo con l’autoscatto, 10
secondi lunghissimi poi la macchina scatta, la sento finalmente. Ma mi vedevo
tutta la vacanza a fare scatti preventivati 10 secondi prima e senza il sapore
dell’attimo fuggente. Accendo, spengo.
Niente. Provo così senza molte speranze a spegnere e reinserire dopo averle
torte sia la batteria che la memoria. Nel frattempo accanto a me sfilano fiori bellissimi,
battelli sul fiume che non posso fotografare, catturare. Non nutro molte
speranze sulla ripresa della mia macchina. Invece riparte. Il primo scatto è
dedicato alla panchina dove si è consumato il mio piccolo dramma e si è per
fortuna anche risolto.
Ora sì che possiamo
iniziare.